mercoledì 11 dicembre 2013

Intervista al regista di Spaghetti Story, Ciro de Caro



Spaghetti Story, di cui abbiamo già parlato qui, è la storia di un gruppo di trentenni alla ricerca della propria identità lavorativa ma non solo. Un piccolo grande film realizzato da un regista trentenne, Ciro de Caro, che getta uno sguardo sincero, sentito e critico sulla sua generazione e lo fa senza dipendere da nessuno e senza finanziamenti ma armato di una forte voglia di raccontare.
Abbiamo avuto occasione di fargli qualche domanda su quella che è la sua visione dei trentenni nell'Italia di oggi.

Spaghetti Story rappresenta il tuo esordio al cinema. I tuoi precedenti lavori erano tutti nell'ambito della pubblicità e dei cortometraggi. Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a realizzarlo?

Oltre all'esigenza di voler girare un film, scontata per uno che vuole fare il regista, avevo anche l'esigenza di raccontare la mia generazione e la crisi profonda che sta affrontando. Non credo che i trentenni di oggi siano rappresentati in maniera corretta dalle varie commedie giovanili. Vedo sempre personaggi finti, dinamiche lontane dalla realtà, raccontati con toni grotteschi, battute grevi, con un fare da barzelletta che onestamente non mi piace. Siamo una generazione "sfortunata" diciamo così, e dobbiamo anche essere rappresentati male da chi non ci conosce? Così ho deciso di scrivere e girare Spaghetti Story, per fare un ritratto più onesto e veritiero della mia generazione e della crisi che sta affrontando.

Il regista Ciro de Caro
Il film è un progetto, come da te definito, "No Budget". Il fatto di non avere un budget a disposizione ha modificato in qualche modo la tua visione iniziale del film? ha comportato delle difficoltà di sorta?
La mancanza di soldi ci ha reso liberi. Certo, abbiamo dovuto rinunciare a tante cose, ma non siamo scesi a nessun compromesso, anzi, questa cosa ci ha stimolato la creatività, ci ha fatto trovare soluzioni nuove, meno banali se vogliamo, e la soddisfazione alla fine è stata maggiore.
      
Dal film emerge una visione delle cose tutto sommato positiva seppur non priva di critiche. Qual'è secondo te la situazione dei trentenni in Italia? Questo non è un paese per trentenni o si?

 Mi verrebbe da dire che in questo momento l'Italia non è un paese per nessuno, ma come ho voluto sottolineare nel film, non assolvendo totalmente i personaggi per la loro condizione, anzi... siamo tutti responsabili. Certo, c'è chi ha più responsabilità di altri, molte di più, la politica e chi ha amministrato e diretto questo paese per anni. La visione positiva è data da due cose, la prima è la "gioventù", perché se è vero che la crisi ci costringe a restare "giovani" più a lungo questo però ci da anche quella forza, quella voglia di cambiare le cose, quella speranza che solo i giovani hanno ed è per questo che dovrebbero prendere in mano le redini di questo paese, per dargli una direzione nuova. La seconda è insita nel nostro DNA di italiani, che riusciamo anche nella miseria e nella tragedia, a farci una risata e a prendere le cose con ironia, proprio come le commedie all'italiana di una volta.



Viviamo in un momento in cui le tematiche dell'occupazione giovanile e del precariato sono molto sentite. Quale credi che sarà la ricezione del tuo film? quali reazioni speri che susciti nel pubblico?

Spero che il pubblico si immedesimi nei personaggi, spero che si veda rappresentato con onestà, con sincerità e con orgoglio anche. Spero, inoltre, che comprendano quanto sia importante sostenere questo film proprio perché rappresenta un cambiamento. Noi abbiamo tentato di rompere le catene, abbiamo fatto uno sforzo enorme, abbiamo dimostrato che c'è un altra via per fare le cose e che le grandi major italiane non sono padrone anche delle nostre storie, non hanno il diritto di raccontare la nostra generazione e i loro problemi, non ci hanno comprato fino a questo punto. Quindi, sostenere Spaghetti Story, fare uno sforzo e invece di andare al multisala e beccarsi le solite cose preconfezionate e fare uno o due km in più per cercare le sale dove lo proiettano, significa un passo in più verso il cambiamento e il rinnovamento tanto agognato.

Dopo Spaghetti Story quali sono i tuoi progetti futuri?

Non so quali siano i miei progetti futuri, forse un altro film, se riuscirò a farlo, è difficile, ci proverò, ho un paio di idee, ma in questo momento, se devo essere sincero, sto pensando seriamente di emigrare. Sono molto attratto dall'Islanda, ci sono stato in occasione del Festival di Reykjavik, me ne sono innamorato e l'idea di vivere li per sempre o comunque per un periodo lungo per vedere cos'altro ci riserva il mondo mi attira molto. Non per fare il regista o non per provare per forza a fare questo lavoro in Islanda, ma semplicemente per vivere in un posto dove l'uomo è ancora a contatto con la natura, dove si respira aria pulita, dove la gente non si picchia per un parcheggio.


Spaghetti Story di Ciro de Caro con Valerio di Benedetto, Christian di Sante, Sara Tosti, Rossella d'Andrea e Deng Xueying in uscita nelle sale di Distribuzione indipendente il 19 Dicembre. 


sabato 7 dicembre 2013

Spaghetti Story di Ciro de Caro



Citando un celebre film si potrebbe dire che l'Italia non è un paese per vecchi?
In realtà la citazione dovrebbe essere un po' modificata: non è un paese per trentenni.
D'altronde come è possibile essere trentenni in un paese in cui si passa dallo status di "giovane" a quello di "vecchio rottame" senza avere nemmeno il tempo di chiedersi dove sia finita l'età adulta durante il passaggio.
Valerio (Valerio di Benedetto)è un aspirante attore poco meno che trentenne la cui vita si svolge tra provini (sempre più rari) e lavoretti da poche manciate di euro. Il suo migliore amico Scheggia (Christian di Sante), autodefinitosi imprenditore ma in realtà null'altro che un piccolo spacciatore, gli propone di fare un lavoretto per lui: ritirare un gatto di plastica pieno di droga da uno spacciatore cinese. Valerio rifiuta inorridito la proposta.
Scheggia e Valerio in "tenuta da lavoro"
Ma accetta suo malgrado, vistosi continuamente criticato da sua sorella Giovanna (Rossella d'Andrea) per le continue richieste di denaro per pagare le bollette e sentendosi in imbarazzo nei confronti della sua ragazza (Sara Tosti) dottoranda con una borsa di studio in scadenza, per la sua condizione economica precaria.
Valerio durante la consegna resterà colpito dalla timida e spaurita prostituta cinese Mei Mei (Deng Xueying).
Questo incontro si rivelerà determinante per la sua vita e per quella di coloro che gli sono intorno.
Ciro de Caro esordisce con Spaghetti Story e lo fa nel migliore dei modi: dimostrando di avere qualcosa da dire e di sapere come dirlo.
I film italiani che raccontano i trentenni, piuttosto rari, non sembrano mai raccontarli nel modo giusto: o sono preda di un idealizzazione sfrenata oppure vengono raccontati con un pessimismo cosmico talmente marcato da far impallidire lo stesso Leopardi.
Serena, Valerio, Giovanna e Scheggia
I trentenni vengono raccontati da de Caro con ironia, sincerità e una totale mancanza di edulcorazione. Il regista è cosciente di una generazione usata come carne da cannone in un mercato del lavoro folle regolato da criteri che non hanno nulla di sostenibile però dove un altro regista si sarebbe lasciato andare alla sagra del piagnisteo, de Caro non omette critiche a questa stessa generazione vista in larga parte immatura e non sempre capace di crescere, una generazione con una morale salda ma sballottata continuamente dagli eventi, una generazione che necessita e agogna di un riscatto e che è pronta a guadagnarselo, incurante delle conseguenze. 
Spaghetty Story ci restituisce il ritratto di una generazione immersa in un precariato non solo economico ma anche emotivo, comunicativo e personale ma che ha la possibilità di riscattarsi. 
Spaghetti Story sarà disponibile presso il circuito di Distribuzione Indipendente a partire dal 19 Dicembre.

venerdì 15 novembre 2013

Cuore scatenato di Gianluca Sodaro

 
La Trama
In una Sicilia che ricorda il selvaggio West tutti temono lo spietato pistolero Boe Tamburo(Francesco Sframeli).
Sua moglie Rosa (Rosa Pianeta) è la donna più desiderata del paese ma nonostante il marito sia rinchiuso nel carcere di Marranzano Prison, nessuno osa toccarla per paura della vendetta di Tamburo.
Un brutto risveglio attende il temibile pistolero: un giorno al suo risveglio, Boe Tamburo si ritrova un paio di corna sulla testa. Non corna metaforiche, corna vere e puntute. Boe perde l'aura d'invincibilità e diventa lo zimbello di tutti. Umiliato e assetato di vendetta, Boe fugge nel deserto dove incontrerà un altro "famigerato" cornuto (Raiz degli Almamegretta) che prenderà a cuore la sua causa e gli fornirà i mezzi per vendicarsi.


Boe Tamburo chiede un parere medico...
Il Regista
Nel 2000 Cuore Scatenato è l'esordio al cinema di GuianlucaSodaro, fino ad allora autore di Videoclip e cortometraggi.
Passano otto anni prima che Sodaro diriga un altro film, Ti Stramo – Ho voglia di un ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo, una parodia dei film romantici adolescenziali, sopratutto di quelli di Federico Moccia, codiretta con Pino Insegno.
Tra i suoi corti vale la pena menzionare I Paladini della SantaProvvidenza, storia di due angeli custodi interpretati da Gigio Alberti e Paolo Rossi.
Il suo ultimo lavoro è un corto intitolato God's got his head in the clouds.

Scene Cult
Il discorso prima della sparatoria finale; il Quiz Show infernale



Personaggi Cult
Boe Tamburo, pistolero provvisto di corna; il Diavolo.


...e Quindi?
Cuore scatenato è un film inaspettato, un film difficilmente incasellabile in una categoria ben definita. Lontano anni luce dall'anemia che affligge il cinema Italiano negli ultimi tempi, Cuore scatenato è un oggetto capace di sorprendere lo spettatore e imprimergli un espressione tra l'esterrefatto e il deliziato per tutta la sua durata. Musical, western, Sicilia, Quiz Show, il Diavolo...elementi che difficilmente si troverà a dover inserire nella descrizione di un altro film o di qualsiasi altra cosa. Sodaro realizza un piccolo gioiellino che non riesce a lasciare indifferente lo spettatore: o lo amerete o direte "ma che è sta roba?!".
Cuore Scatenato non è certo esente da difetti ma di film così ora come ora ce n'è dannatamente bisogno.


Le ultime parole famose

"Quando io sono stato messo al mondo l'unica e sola raccomandazione di mio padre è stata: se vuoi liberarti del tuo peggior nemico non usare le pistole bastano le parole perché ricordati è più efficace una parola detta alle spalle che una pallottola dritta in fronte"

trailer

giovedì 7 novembre 2013

Citizen Toxie - The toxic avenger 4 di Lloyd Kaufman



La Trama
Melvin Junko era un adolescente sfigato come tanti ma uno scherzo particolarmente crudele e un camion di rifiuti tossici che passava per caso lo trasformarono in un mostro verde. Il giovane Junko cessò di esistere e al suo posto nacque Toxic Avenger, il vendicatore tossico, il primo super eroe di Tromaville.
Durante la giornata dell'orgoglio messicano, nella scuola per ragazzi "speciali" di Tromaville fa irruzione la Mafia del Pannolino, un branco di idioti armati fino ai denti e vestiti da bebé.
La situazione è tanto critica da richiedere l'intervento di Toxie e del suo sidekick obeso, Lardass.
Sgominata in modo sanguinoso la banda di dementi, Lardass si sacrifica per impedire che una bomba esploda. Il tentativo non riesce e l'esplosione spedisce Toxie nella realtà parallela di Amortville e il suo doppio malvagio Noxie nella sua realtà. Il vendicatore tossico, in compagnia di due ragazzi "speciali" e di un ragazzo cui è rimasta solo la testa, se la dovrà vedere con la sua controparte malvagia che ha stretto un alleanza con il capo della polizia di Tromaville, uomo dalle spiccate sampatie naziste. Nel frattempo nell'utero della moglie cieca di Toxie si sta svolgendo una lotta tra il bene e il male, tra il feto di Toxie e quello di Noxie.

Toxie e il suo doppio malvagio Noxie
Il Regista
Abbiamo già parlato dell'irriverente Lloyd Kaufman in occasione della recensione del folle Poultrygeist.


Il Cast
Quando si parla di un film della Troma più che parlare dei protagonisti è più interessante dedicarsi ai numerosi personaggi che fanno dei camei.
Si va da Lemmy Kilmisteir dei Motorhead, presenza costante nelle produzioni della Troma (basti ricordarlo come narratore in Tromeo e Juliet), al famoso attore porno Ron Jeremy (qui nelle vesti del religiosissimo sindaco di Tromaville),arrivando a Stan Lee, voce narrante del film. Altre comparse di un certo rilievo sono Hugh Hefner, il regista di Hostel Eli Roth, l'ex-Goonie Corey Feldman e non si può non citare lo stesso regista Lloyd Kaufman in un cammeo davvero fuori di testa.


Ron Jeremy e Lloyd Kaufman
Scene Cult
L'intero film.


Personaggi Cult
La squadra di supereroi messa insieme dal sindaco di Tromaville per combattere Noxie composta da: Vibrator, supereroina il cui potere è dato da un enorme vibratore, Mad Cowboy, una mucca antropomorfa vestita da cowboy, Masturbator, il cui nome non necessita di spiegazioni, l'Uomo delfino, per l'appunto un uomo delfino e il Sergente Kabukiman, supereroe avente i poteri del teatro kabuki.


Il sergente Kabukiman "rassicura" la popolazione di Tromaville
...e Quindi?
Citizen Toxie è la summa e l'apice dello stile Troma.
Irriverente fino all'eccesso e oltre, carico di un umorismo certamente non molto sottile, popolato da personaggi inverosimili e caricaturali. Qualsiasi fascia sociale, gruppo etnico e orientamento religioso risulta sbeffeggiato nei film della Troma. Non si salva nessuno. Ci troviamo davanti all'anti Politically Correct. Questo, unito alle efferatezze e alle volgarità cartoonesche sovrabbondanti, ne fa un cinema per spettatori con il pelo sullo stomaco e dal forte senso dell'umorismo. Guai a prendere sul serio quello che sta passando sullo schermo, si rischierebbe di far la figura dei cretini e lasciarsi sfuggire un abbuffata di risate. Un altra caratteristica propria del cinema della Troma e di Kaufman è l'onestà intellettuale: i film sono visti per quello che sono, goliardate eccessive e divertentissime, e non c'è alcuna velleità di autorialità o elitarismo. (Per capire quanto la Troma sia cosciente di se stessa basta vedere il monologo "epico" pronunciato dallo stesso Kaufman in Terror Firmer per incitare la sua troupe)
Citizen Toxie è un antidoto a tanto cinema americano, formalmente perfetto ma in fondo imbrigliato e privato di quella voglia di divertire e divertirsi.
Caratteristiche queste ultime che trovano proprio nella Troma e nei suoi film il loro naturale habitat.


Frase Cult

"Quindici anni fa a Tromaville, nel New Jersey, capitale mondiale dell'inquinamento tossico, Melvin Ferd, un ragazzino qualunque, magro, imbranato e dai capelli incolti veniva costantemente oltraggiato e deriso da tutti. Fino al giorno in cui finì in un bidone di rifiuti altamente contaminati che lo tramutarono in una orrenda creatura deforme dalle dimensioni e dalla forza sovrumana: Toxic Avenger, il primo supereroe del New Jersey. Da questo soggetto sono stati realizzati due sequel che facevano veramente schifo, scusateci. QUESTO è il sequel vero"


domenica 3 novembre 2013

Il Grande e Potente Oz di Sam Raimi



La Trama
Oscar Zoroaster Phadrig Norman Henkel Emmanuel Ambroise Diggs detto Oz (James Franco) si guadagna da vivere facendo il mago in un circo itinerante. La passione per l'imbroglio e per l'illusionismo di Oz lo porterà a una precipitosa fuga a bordo di una mongolfiera.
A causa di un tornado, Oz si ritroverà in trasportato in uno strano mondo. Qui incontrerà Theodora (Mila Kunis), la strega buona che gli riferirà di essere arrivato a Oz. La strega, affascinata dai modi sornioni di Oz, penserà di aver trovato il Mago che, secondo una profezia, dovrebbe salvare il regno dalla strega cattiva Glinda (Michelle Williams). Allettato più dalla prospettiva di diventare re che dall'idea di fare giustizia, Oz accetta di sconfiggere Glinda. Nella Città di Smeraldo, Oz fa la conoscenza di Ivanora (Rachel Weisz), sorella di Theodora e pretendente al trono. Oz, accompagnato da Finley, una piccola scimmia volante, parte per la sua missione. Una volta incontrata Glinda, Oz si accorge che la strega non è così cattiva come gli era stata descritta. Oz si troverà a dover affrontare la vera strega e le conseguenze del suo comportamento. Sarà proprio la sua passione per l'imbroglio e per l'illusionismo la sua arma migliore.
Oz gigioneggia
IL Regista
Di Sam Raimi si era già parlato in occasione di Darkman e Drag Me to Hell.


Il Cast
Ad interpretare Oz troviamo James Franco che aveva già lavorato con Raimi nella trilogia di Spiderman nel ruolo di Harry Osborn. Franco è perfetto per il ruolo: gigione quanto basta, buffo nei momenti comici e convincente in quelli "drammatici". Il mago di Oz di Franco è un personaggio che ricorda in più di qualche punto l'Ash de l'armata delle tenebre, un antieroe dal dubbio comportamento che suo malgrado si ritroverà a dover salvare tutti. L'affascinante e ingenua Theodora è interpretata da Mila Kunis, tanto candida e dolce nella sua versione buona quanto maligna e sinistra nella sua versione cattiva. Rachel Weisz è l'ambigua e manipolatrice Ivanora.
Per il ruolo della strega Glinda Raimi aveva pensato a Hilary Swank ma la Disney gli impose Michelle Williams. L'interpretazione della Williams è quella più debole, sembra quasi che a volte non sia sicura di cosa fare come se si trovasse fuori posto. (Se si ascolta con attenzione in sottofondo si può sentire Raimi che dice in romanesco "Cagna!Cagna Maledetta!")


"ma che davvero avete preso questa?"

Scene Cult
L'addestramento dell'esercito da parte di Oz molto simile a l'addestramento de L'armata delle Tenebre. Lo stratagemma finale del mago.


Personaggi Cult
Il mago di Oz, personaggio conosciuto da tutti ma a cui Raimi riesce a dare nuova vita senza per questo stravolgerlo. Un personaggio che sembra quasi la versione furba e gigiona di Ash Williams.


...e Quindi?

Un regista affine a Raimi come Tim Burton,  anche lui dotato di uno stile molto personale e con alle spalle più di un capolavoro, rimase scottato dall'esperienza del blockbuster Disneiano tratto da un romanzo celebre finendo per realizzare il suo film più debole. Raimi evita di cadere in questa trappola e riesce a realizzare un film gradevole, non certo un capolavoro ma di certo dignitosissimo. Il regista de La Casa inserisce prepotentemente il suo amore per l'illusionismo, il cinema e il fantastico in genere, cosa resa esplicita fin dall'inizio, girato in bianco e nero e in un formato che ricorda le pellicole dell'alba della storia del cinema. Il film, lungi dallo stravolgere i personaggi rispetto all'originale, risulta essere fin troppo ansioso di risultare fedele allo spirito del libro e sopratutto del film del 39. Questo finisce per mostrarci un Raimi trattenuto che avrebbe potuto realizzare un piccolo capolavoro se solo avesse potuto andare a briglia sciolta.
p.s.
Mila kunis e Rachel Weisz nello stesso film?! no, dico ma come si fa a non guardarlo?!


mercoledì 23 ottobre 2013

Mortacci Nostri: Splatters - gli schizzacervelli




La Trama
Il giovane Lionel (Timothy Balme), ragazzo chiuso e immaturo, vive con la tirannica madre (Elizabeth Moody).
Il prode Lionel
A salvarlo da sua madre arriverà Paquita (Diane Penalver), cassiera di una botteguccia convinta che Lionel sia il cavaliere visto nei tarocchi da sua nonna sensitiva.
Mentre segue di nascosto Paquita e Lionel, la madre di quest'ultimo verrà morsa da una scimmia ratto, portatrice di una terribile maledizione.
Dopo poco la madre di Lionel si trasformerà in un voracissimo zombie e inizierà a spargere il morbo. Toccherà al timido e insicuro Lionel fermare quest'invasione, in un crescendo di sangue e assurdità.




Il regista
un giovine Peter Jackson sul set
Peter Jackson è noto al grande pubblico per la grandiosa trasposizione su grande schermo della trilogia fantasy de Il Signore degli Anelli. Il fantastico insieme all'orrore sono generi a cui il regista è stato sempre legato, fin dall'inizio della sua carriera. L'esordio di Jackson, Bad Taste, è un tripudio di splatter e umorismo demenziale. Jackson s'inserisce in quel filone horror che mescola splatter e slapstick, filone iniziato da Sam Raimi con La Casa 2. La vena umoristica viene a galla anche con il film successivo, Meet the Feebles, una versione dei Muppets irriverente e politicamente scorretta. Lo splatter ritorna con il film seguente, Splatters – gli schizzacervelli in cui Jackson non si pone alcun freno e il film è un trionfo di umorismo demenziale ed effetti splatter. Con Creature del Cielo il regista coglie di sorpreso tutti coloro che si aspettavano un altro capolavoro dell'eccesso: storia drammatica dell'amicizia fra due ragazze, Creature del Cielo è un film immaginifico, delicato e crudo allo stesso tempo. Jackson successivamente tenta un genere nuovo, il mockumentary cioè il finto documentario con Forgotten Silver, storia (fittizia) del pioniere cinematografico neozeolandese Colin McKenzie. In Sospesi nel tempo, Jackson rimescola di nuovo le carte immergendo lo spettatore in una vicenda grottesca a base di spettri, truffatori e tirando in ballo persino la triste mietitrice in "persona". Il regista neozelandese, vistosi rifiutato il progetto per un remake di King kong, suo film preferito fin dall'infanzia, propone agli studios l'adattamento di un altra delle sue passioni di gioventù, Il Signore degli Anelli. La trilogia fantasy ha un successo strepitoso e permette al regista, finora considerato di culto entro una nicchia di appassionati, di essere conosciuto dal grande pubblico. Con il successo del Signore degli Anelli arriva anche la possibilità per Jackson di realizzare il suo vecchio sogno, dirigere un remake di King Kong. Il sogno si concretizza e King kong approda sugli schermi cinematografici di tutto il mondo riscuotendo un enorme successo.
Jackson, che ha abituato i suoi fan a continui cambiamenti di tono e di registro da un film all'altro, fa seguire all'opulento e roboante King Kong un film quasi intimista, Amabili Resti, storia di una ragazzina assassinata che da un limbo segue le vicende della sua famiglia e del suo assassino.
Dopo questo film Jackson ritorna nei luoghi che lo hanno reso celebre in tutto il mondo e dirige Lo Hobbit, primo film di una nuova trilogia fantasy che funge da prequel per il Signore degli Anelli.


Il Cast
Timothy Balme è perfetto nell'interpretare l'impacciato Lionel, a tratti sembra quasi un cartoon grazie a un volto molto espressivo e a una recitazione molto caricata. Esilarante la sequenza in cui Lionel porta a spasso nel parco il bimbo Zombie. Elizabeth Coosgrove è davvero in parte, sia quando si tratta di ritrarre la dispotica madre mentre è in vita sia quando è sepolta sotto strati e strati di trucco quando interpreta la sua versione zombie. Diane Penalver è il perfetto contraltare di Balme, un cartoon dalla recitazione caricata. La palma del personaggio migliore però va a Stuart Devenie che con il suo Padre McGruder alias il Ninja di Dio è irresistibile nella scena notturna al cimitero, complice anche il doppiaggio italiano. Il tono generale della recitazione è sopra le righe, per dare un effetto comico e per rendere meno impressionante lo splatter.


Paquita pronuncia una delle battute cult del film
...e Quindi?
Splatter- gli schizzacervelli (meraviglioso il sottotitolo italiano) è un film che non può mancare nella videoteca di chiunque si definisca fan dell'Horror.
La miscela di splatter e commedia demenziale, che Raimi creò, raggiunge qui vette inarrivabili. Jackson avrebbe potuto essere uno dei tanti emuli di Raimi ma grazie al suo umorismo e alla sua capacità di osare è riuscito a ritagliarsi un posto d'onore nell'immaginario degli appassionati dell'Orrore. Un film da vedere e rivedere!


Grado di Splatterosità
Estremo: teste mozzate, gente fatta a pezzi dal tagliaerba, zombie semidecapitati.


Causa del contagio
L'orrenda scimmia ratto di Skull Island allo zoo
La scimmia ratto in tutto il suo splendore
Livello di stupidità dei sopravvissuti
Molto alto.
L'unico ad accorgersi che ci sono dei morti viventi in giro è Lionel mentre il resto dei personaggi se ne accorge solo quando è troppo tardi.
Discorso a parte merita Padre McGruder che quando vede gli zombie invece di fuggire terrorizzato li affronta a suon di arti marziali proclamandosi il Ninja di Dio.


Il ninja di Dio!
Zombie lenti o centometristi?
Lenti ma piuttosto vivaci.


Morticino 
Il corto a tema zombesco che accompagna Splatters è un frullato di Western, zombie movie, umorismo e animazione con i pupazzi.
It Came from the West è un gioiellino folle di 17 minuti in cui un ragazzino maltrattato da tutti si troverà a fronteggiare un invasione di morti viventi scatenata da uno sciamano desideroso di vendetta.
Questo corto è opera del danese Tor Fruergaard, all'epoca studente presso la Danish Filmschool.




sabato 19 ottobre 2013

The Stupids di John Landis

                  Storia di una famiglia americana tipo
                                                          
                                                            
Di famiglie, normali, disfunzionali, nuclearizzate, scoppiate, impazzite è pieno il cinema (e oserei dire, il mondo). Soprattutto di famiglie americane. L' americano ha sempre avuto una certa attitudine a raccontare il nucleo familiare, sia al cinema che sul piccolo schermo. Uno degli stereotipi più usati e abusati riguardo la famiglia è quello che la vorrebbe come luogo in cui ogni conflitto viene risolto e appianato, luogo sociale in cui sarebbero custoditi tutto il bello e il buono di una società altrimenti corrotta e ostile. Landis in The Stupids scardina questo stereotipo e lo fa con un umorismo (volontariamente) al limite del demenziale.



Gli Stupids sono una famigliola americana tipica (degli anni 50): padre lavoratore e attento , madre premurosa e regina del focolare domestico, due figlioletti perennemente sorridenti praticamente identici ai rispettivi genitori, un cane e un gatto (in claymation) e una bella casetta color pastello nei sobborghi.
Qualcosa interviene a turbare la loro quiete: la loro spazzatura è stata "rubata" un altra volta! Il prode capofamiglia Stanley (Tom Arnold) decide di scoprire chi c'è dietro questi misfatti e si lancia all'inseguimento del camion dell'immondizia, equipaggiato con dei pattini. I figli, (Bug Hall e Alex McKenna) non trovandolo il mattino dopo pensano immediatamente che sia stato rapito e si recano alla polizia, non prima di lasciare un delirante biglietto per la madre. La madre Joan (Jessica Lundy) , dopo aver letto il messaggio, convinta che la polizia abbia rapito i suoi bambini accorre in loro soccorso. I membri della famiglia Stupids ritrovatisi dopo varie avventure, originatesi dal fatto che nessuno di loro è capace di capire il benché minimo concetto senza equivocare, verranno convinti dal capofamiglia che ci sia in atto un diabolico complotto facente capo a un misterioso individuo detto "Il mittente" (Vincent Price), il cui scopo sarebbe quello di privare tutti della propria posta e della propria immondizia. Mentre cercheranno di sventare questo complotto immaginario, gli Stupids incapperanno in un complotto ben più reale in cui sono coinvolti criminalità, esercito e armi, senza rendersene minimamente conto.
Il diabolico Signor Mittente
Solitamente le commedie funzionano perché lo spettatore riesce a entrare in empatia con i protagonisti, funzionano perché lo spettatore riesce a immedesimarsi nei personaggi e di conseguenza riesce ad appassionarsi alle loro vicissitudini. Ci sono delle eccezioni, certo, a esempio Zoolander ma di solito è questa la norma.
The Stupids mette a disagio lo spettatore perché egli non riesce a immedesimarsi, non riesce a entrare in empatia.
Lo spettatore per l'intera durata della pellicola non fa altro che chiedersi come sia possibile che i personaggi non capiscano mai nulla.
Landis fa agire i personaggi in modo estremamente stupido ma anche in modo estremamente familiare per lo spettatore: Le reazioni degli Stupids alle situazioni non sono quelle che le persone avrebbero nella vita reale ma sono quelle che avrebbero i personaggi di un film.
Queste azioni sono inserite in un contesto "realistico" ed è questo a renderle disorientanti.
il regista John Landis
John Landis, regista da sempre dotato di un umorismo a tratti caustico, con questo film realizza una critica all'americano medio che ignora qualsiasi cosa sia al di fuori delle sue immediate vicinanze ed è convinto di sapere tutto.

Le lacune degli Stupids sono una versione ingigantita dell'ignoranza diffusa.
A nessuno piace che gli si dica che è uno stupido e difatti il film è stato un flop al botteghino e anche sui siti specializzati ha ottenuto votazioni molto basse.
Il film è stato frainteso, si è confusa la stupidità volontaria messa in scena con la stupidità involontaria.
The Stupids è un film che a prima vista sembra l'ennesimo film demenziale ma che se guardato con il cervello acceso può rivelarsi una grossa sorpresa per lo spettatore.

Curiosità: Molti registi famosi hanno preso parte a questo film in piccoli ruoli o come comparse, a esempio Cronenberg, Mick Garris, Costa- Gavras e Gillo Pontecorvo. La cosa non è nuova per Landis, basti pensare a Dario Argento che appare come paramedico in Amore all'ultimo morso.


"Ok, lezione di mimetizzazione numero 1: per sembrare un cespuglio devi pensare come un cespuglio. ufff...eccomi qua sono un perfetto cespuglio. Vegeto e ondeggio al vento, è la vita che fa per me. Da queste parti la terra è buona, c'è il sole che splende. Da buon cespuglio io le noto queste cose. Ehi un momento che roba è? Alza le braccia. Ho due braccia!!Sono un cespuglio con le braccia! E con le gambe! Sono il primo cespuglio della Storia con le gambe!!!" 

Stanley Stupid da prova delle sue capacità di mimetizzazione 

lunedì 24 giugno 2013

Mortacci Nostri: Reanimator




La Trama
L'università di medicina di Miskatonic ha un nuovo studente, il sinistro Herbert West (un magnifico Jeffrey Combs).
Il giovane sembra essere poco interessato alle lezioni difatti non è lì per apprendere ma per continuare i suoi esperimenti il cui scopo è incredibile: rianimare i morti.
West, coinvolto nella sua sperimentazione l'ingenuo e idealista studente Dan ()Bruce Abbott), si ritroverà in conflitto con l'ambizioso dottor Hill, desideroso di mettere le mani sul miracoloso siero.
Il siero sembrerebbe funzionare ma i cadaveri che si risvegliano si rivelano del tutto incontrollabili.

uno scambio di vedute tra il dottor West e il dottor Hill

Il regista
Reanimator è il film della maturità di Stuart Gordon, un regista che sarà uno dei più rappresentativi esponenti del new horror.
Gordon firma con questo lavoro una delle migliori trasposizioni di Lovecraft mai viste sullo schermo, difatti il film è tratto dal racconto "Herbert Wert, rianimatore di cadaveri".
La carriera di Gordon proseguirà con altri horror, sempre di buona qualità, tra cui ricordiamo From Beyond, anch'esso trasposizione di un racconto di Lovecraft, meno incisivo di Reanimator, Dolls, una fiaba nerissima e meravigliosa. All'orrore, Gordon alterna la fantascienza realizzando film come Robot Jox, film incentrato su battaglie tra robot e fantapolitica, Space Truckers, sua prima produzione importante in cui pigia fino in fondo sul pedale della visionarietà e dell'assurdo.
Da ricordare inoltre è Dagon, la mutazione del male, in cui Gordon conferma il suo amore per Lovecraft e realizza un film terrificante riuscendo a catturare perfettamente le atmosfere proprie dell'opera dello scrittore di Providence. L'ultima fase del lavoro di Gordon è caratterizzata da pellicole che potrebbero essere ascritte al Noir: King of the Ants, quasi inclassificabile, Edmond che gli ha valso il plauso della critica e il sofferto Stuck.

Il cast
Herbert West è senz'altro un icona del cinema horror ma non avrebbe potuto diventarlo se non fosse stato per l'interpretazione di Jeffrey Combs, qui nel ruolo della sua vita.
Combs è incredibile nel caratterizzare il dottor West come un personaggio cinico, freddo, in qualche modo ridicolo, disposto a tutto per portare avanti i suoi esperimenti eppure in qualche modo simpatico al pubblico.
David Gale non è da meno nel ruolo del dottor Carl Hill degno antagonista di West, un altro dottore cinico e ambizioso che non si ferma davanti a nulla, nemmeno davanti alla propria morte.
Dan Cain, l'ingenuo eroe positivo è interpretato da Bruce Abott e il suo ruolo si riduce a spalla e a coscienza di West, ovviamente del tutto inascoltato.

Il dottor West e il suo miracoloso siero
...e Quindi?
Reanimator è un film cult, un perfetto mix di orrore e umorismo che ha portato alla ribalta il grande talento di Stuart Gordon. Pellicola in cui le atmosfere fosche e mortifere del solitario di Providence si mescolano a un ironia tutta anni ottanta e che riesce a compiere miracoli con un budget davvero risicatissimo. Reanimator è un film che non può assolutamente mancare nella videoteca di chiunque si definisca appassionato di cinema Horror.
Il film ha goduto di due seguiti, molto più visionari ed estremi, diretti entrambi da Brian Yuzna, produttore del primo e legato a doppio filo a Gordon.

Grado di splatterosità
elevato: Cadaveri decapitati semoventi e teste vogliose.

IL dottor West osserva i risultati dei suoi esperimenti

Causa del contagio
Il miracoloso siero fluorescente del dottor West.

Livello di stupidità dei sopravvissuti
Herbert West, dapprima sbigottito, sembra nutrire più interesse scientifico che non terrore nei riguardi dei cadaveri rianimati. Gli altri personaggi più che dai morti viventi, farebbero bene a guardarsi da West.

Effetti speciali
Piuttosto buoni: una testa rianimata, un cadavere decapitato deambulante e in generale un trucco molto credibile, per quanto possano esserlo degli zombie. I limiti di budget forse si notano solo nel trucco del Dottor Hill nel finale.

Zombie lenti o centometristi?
Veloci, alcuni vogliosi e decisamente molto incazzati!


Morticino
In accoppiata con un film folle come Reanimator non potevamo scegliere un corto altrettanto fuori di testa.
Il video proviene dal canale di Takena, artista giapponese specializzato in corti realizzati in stop motion, di solito con un tasso di splatterosità molto alto.
Abbiamo scelto Chainsaw Maid, in cui una servizievole cameriera si frapporrà tra un invasione zombie e la famiglia presso cui presta servizio.


venerdì 31 maggio 2013

Mortacci Nostri: Dellamorte Dellamore

Mortacci Nostri
Salve a tutti, o'cinevori.
Oggi inauguriamo una nuova rubrica che ci terrà compagnia ogni due venerdì del mese (ma la periodicità potrebbe anche variare causa pigrizia, lavoro, apocalissi e quant'altro).
In questi ultimi anni stiamo assistendo a una rinnovata popolarità per gli zombie: i nostri cari morticini famelici sembrano essere proprio all'apice del successo, basti solo ricordare l'enorme seguito di pubblico che sta ottenendo la serie "The Walking Dead".
Quella che si apre oggi è una cavalcata attraverso la storia del cinema dell'orrore in cui i nostri putrescenti amici sono stati protagonisti.
Si cercherà di trovare pellicole un po' meno famose ma senza trascurare i grandi classici (e il pensiero non può che andare a due maestri del calibro di George A. Romero e Lucio Fulci)
Bando alle chiacchiere e iniziamo questo primo episodio di "Mortacci Nostri".


La Trama
Un orrenda piaga si è abbattuta sul placido paesino di Buffalora: dopo sette giorni dalla sepoltura i cadaveri resuscitano e diventano morti che camminano. L'unico a essersene accorto è l'imperturbabile Francesco Dellamorte (Rupert Everett), il custode del cimitero che cerca di arginare il morbo uccidendo i ritornanti, questo il nome che ha dato ai morti viventi. Francesco è assistito da Gnaghi (François Hadji-Lazaro), un bizzarro ometto che si esprime dicendo unicamente "Gna".
La (non)vita proseguirebbe così all'infinito se non fosse per Lei (Anna Falchi), una donna senza nome di cui Francesco s'innamora a prima vista. In quel momento la vita e la morte sembrano mescolarsi e confondersi e Francesco inizierà a ripensare la sua "missione".

Gnaghi e Francesco Dellamorte
Il Regista
Dellamorte dellamore è diretto da Michele Soavi, uno degli ultimi registi italiani di genere fattosi le ossa lavorando come aiuto regista sui set di Dario Argento e Lamberto Bava. Esordisce dietro la macchina da presa con Deliria, un discreto slasher. Il buon successo del film gli fa ottenere la sua seconda regia, il cult La Chiesa prodotto e scritto da Argento. Nel 1991 è la volta de La Setta, prodotto nuovamente da Argento. Nel 1994 Soavi dirige l'originalissimo Dellamorte Dellamore che però non frutta il successo sperato e allontana il regista dalle sale cinematografiche facendolo approdare alla televisione e alla pubblicità. Bisognerà attendere il 2006 per rivedere Soavi al cinema con Arrivederci Amore ciao, un film magnifico che però anche stavolta non riceve il successo meritato. Due anni dopo è la volta de Il Sangue dei Vinti, tratto da un libro di Gianpaolo Pansa.

Un metallico Soavi da Demoni di Lamberto Bava
Il Cast
Nel ruolo del becchino Francesco Dellamorte troviamo Rupert Everett, perfetto nella parte. L'attore inglese riesce a donare a a Dellamorte un cinismo di superficie dal quale traspare un disperato romanticismo. Ad interpretare Gnaghi ci pensa il bravo caratterista e cantautore François Hadji-Lazaro che facendo ricorso alla sua grande espressività riesce a caratterizzare un personaggio dolcissimo e molto umano, nonostante le sue battute si limitino a "Gnà!".
Lei, l'amore ricorrente di Dellamorte è interpretato dalla splendida Anna Falchi che con un interpretazione un po' di maniera non riesce a stare al passo di un ispirato Rupert Everett.
Stona un po' la presenza di Stefano Masciarelli nel ruolo del sindaco del paese con la sua interpretazione decisamente sopra le righe.

Gnaghi e "gentile signora"
Francesco Dellamorte e Dylan Dog
All'epoca della sua uscita e anche in seguito Dellamorte dellamore è stato presentato da molti come il film di Dylan Dog ma da dove deriva questo equivoco?
Dellamorte Dellamore è tratto da un romanzo di Tiziano Sclavi, poliedrico e telentuoso scrittore e sceneggiatore , la cui creatura più importante è per l'appunto Dylan Dog.
Francesco Dellamorte con alcune modifiche (New York al posto di Buffalora, Dectective piuttosto che becchino) fu proposto da Sclavi alla Bonelli come prima bozza del personaggio che poi sarebbe diventato il celebre indagatore dell'Incubo. L'editore Sergio Bonelli cambiò alcune cose quali l'ambientazione e la spalla, contribuendo a delineare il personaggio come è conosciuto tutt'oggi.
Sclavi però non abbandonerà la sua creazione e lo userà come comprimario in alcune avventure di Dylan a partire dallo speciale "Orrore Nero".
Un altro parallelo fra Francesco e Dylan è l'attore Rupert Everett: l'attore inglese era stato indicato da Sclavi come modello per l'old boy e nella pellicola di Soavi da volto a Francesco Dellamorte.

Dellamorte a fumetti in "Orrore Nero"
...e Quindi?
Dellamorte Dellamore è un film di zombie inusuale in cui si mescolano l'orrore, l'ironia e un certo male di vivere. Nel film ritroviamo tutti gli elementi che hanno fatto di Dylan Dog, un successo: la malinconia della vita, il suo nonsenso e soprattutto il suo orrore, l'amore disperato e al tempo stesso unica speranza, i mostri che poi in fondo tali non sono. Il film oscilla di continuo tra il grottesco e il surreale, alternando momenti poetici a scivoloni nel ridicolo involontario. Dellamorte dellamore non è un film perfetto ma è senzìaltro un film unico e originalissimo che ha il pregio di riuscire a trasportare lo spettatore in un mondo bizzarro e surreale.

"Lo sospettavo...il resto del mondo non esiste..."
Grado di Splatterosità
Moderato, giusto qualche morso.

Causa del Contagio
Forse la confusione dell'uomo tra la vita e la morte, diventate troppo simili.

Livello di stupidità dei sopravvissuti
Dellamorte reagisce agli zombie con un misto d'indifferenza e fastidio, Ganghi s'innamora di una di loro e il resto dei cittadini di Buffalora ignora la loro esistenza e i pochi che ne vengono a conoscenza non durano molto, giusto il tempo per due morsi.

Effetti speciali
Gli effetti speciali sono di Sergio Stivaletti
Di particolarmente interessanti possiamo segnalare: uno zombie composto solo della testa, un morto vivente motorizzato, una morte filosofa.


Zombie lenti o centometristi?
I morti viventi che "animano" il cimitero di Buffalora sono davvero dotati di molti talenti: alcuni parlano, alcuni volano, altri sopravvivono se decapitati, altri ancora corrono in moto, alcuni addirittura amano.

Alcuni amano...
Morticini
Oltre al film principale, in Mortacci nostri verranno presentati dei filmati inerenti il mondo degli Zombie, che siano corti, pubblicità, trailer, film d'animazione e videoclip musicali.

Il primo Morticino, abbinato a Dellamorte dellamore è The Clown (Le Quelone) di Patrick Boivin, regista canadese che ha scelto di caricare tutte le sue opere su Youtube, compreso il meraviglioso lungometraggio Enfin l'Automne(Fall, Finally). Il corto segue le avventure di uno spaesato Clown resuscitato da un mix di mentos e coca cola. Ad interpretare il decomposto pagliaccio troviamo Dominique Pinon, ricordato sopratutto per Delicatessen e la Città dei bambini perduti.


venerdì 17 maggio 2013

Drag me to Hell di Sam Raimi


              Attenzione a rifiutare un mutuo, potreste aver a che fare con una strega


La Trama
Christine (Alison Lohman), giovane e ambiziosa impiegata di un istituto di credito, smania per ottenere una promozione. Per poter ottenere quella promozione deve dimostrare di essere migliore di un suo untuoso e arrivista collega.L'occasione per mettersi in luce agli occhi dei suoi superiori arriva quando un anziana signora le va a chiedere una terza proroga per il mutuo altrimenti perderà la casa.
Vedendosi negata la proroga la signora si butta in ginocchio mandando Christine nel panico che chiamerà la sicurezza urlando, richiamando così l'attenzione di tutti. La Donna, offesa per l'umiliazione subita scaglierà su Christine una maledizione. Christine avrà solo tre giorni per evitare di essere trascinata all'Inferno dalla Lamia.

Il Regista
Abbiamo già parlato di Sam Raimi in occasione della recensione di Darkman 

Sam Raimi con un doppio Bruce Campbell

Il Cast
Originariamente il ruolo di Christine doveva andare a Ellen Page che non poté girare il film perché era già impegnata con Whip it, quindi venne scelta Alison Lohman. Al contrario di quanto succedeva con Darkman, in cui la sostituzione di Bruce Campbell con Liam Neeson non aveva giovato al film, in Drag me to Hell la Lohman funziona perfettamente, riuscendo a rendere molto bene un personaggio all'apparenza carino e gentile ma che in realtà si rivela meschino e mosso solo dall'interesse personale. In alcuni punti riesce a farci entrare in empatia con il suo personaggio, nonostante lo spettatore sia ben consapevole che tutto ciò che le sta capitando è più che meritato. Alison Lohman è conosciuta principalmente per Il Genio della truffa e Big Fish. Impressionante è il lavoro fatto da Lorna Raver nell'interpretare la sinistra signora Ganush, l'anziana che getta la maledizione, che sembra davvero uscita da un qualche inferno e che fa di tutto per risultare disturbante.



Scene Cult
La seduta spiritica in cui Christine cerca di scacciare la Lamia, Il finale.

Personaggi Cult
La signora Ganush, l'adorabile ributtante vecchina che scatenerà la Lamia.


La signora Ganush contempla il suo...bottone?




...e Quindi?
Sam Raimi firma con Drag Me to Hell uno dei suoi film più pessimisti. Tutti i personaggi agiscono in base al profitto personale, sopratutto la protagonista che messa di fronte alla scelta fra la carriera e l'aiutare una persona, sceglie la prima senza esitazione e che quando si ritrova a dover combattere per la propria salvezza si dimostra pronta a qualsiasi cosa. Raimi oppone al marciume interiore dei protagonisti l'orrore visivo dei mostri che risultano alla fine molto più "puri" dei "buoni". Raimi con questo film raggiunge l'apice del suo stile di regia, firmando un opera personalissima e riconoscibilissima: zoomate improvvise, a un montaggio perfetto e una telecamera che sembra vivere di vita propria. Drag me to Hell è un film terrificante, pessimista, estremamente critico nei confronti dell'opportunismo e del culto del dio denaro che non solo vengono visti come necessari ma che vengono addirittura incoraggiati nella nostra società a discapito degli altri.

Sapevatelo
Sam Raimi è visibile in un particolarissimo cameo: è uno dei fantasmi evocati nella seduta spiritica.

Le ultime parole famose
Mrs. Ganush: Mi può aiutare, la prego...
Christine: C'è una signora anziana che vorrebbe una proroga per il pagamento del mutuo, l'alternativa è   cacciarla di casa...
Signor Jacks: Le abbiamo già concesso due proroghe, è una scelta difficile, decida lei...
Christine: Un'altra proroga è fuori discussione.
Mrs. Ganush: E dove andrò a vivere?
Christine: Mi creda, sono mortificata.
Mrs. Ganush<: Mai avevo implorato per qualcosa, ma adesso mi umilio davanti a lei...
Christine: Signora Ganush... mi lasci... mi lasci!... sicurezza!
Mrs. Ganush: Tu! Hai voluto umiliarmi... presto sarai tu a strisciare per implorare me...



mercoledì 15 maggio 2013

Beket di Davide Manuli


                                     Un etereo e particolarissimo "sequel" di Aspettando Godot 



La Trama
Due uomini, Freak (Luciano Curelli) e Jajà (Jerome Duranteau), immersi in un livido paesaggio desertico attendono il bus che dovrebbe portarli da Godot. Dopo aver perso il bus i due, stufi dell'attesa, decidono di incamminarsi alla ricerca di Godot. Durante il loro frammentato e discontinuo viaggio, Freak e Jaja s'imbatteranno in un Oracolo canterino molto buono (Roberto "Freak" Antoni), un autista dall'aria sinistra ma simpatica e dalla parlata incomprensibile (Fabrizio Gifuni) e in un Adamo e in una Eva piuttosto insoliti...

Jajà e Freak attendo il bus per andare da Godot


Il Regista
Beket è il secondo film di Davide Manuli, regista dallo stile particolarissimo. Manuli si è formato a New York come attore presso l'Actor Studios e il Lee Strasberg Institute. Recita come attore protagonista per Milos Forman in The Contenders, successivamente recita in L'incantevole Aprile di Mike Newell. Nel 1995 esordisce dietro la macchina da presa con Girotondo, giro attorno al mondo la cui sceneggiatura gli frutta la vittoria della Borsa di Studio al Premio Solinas. Nel 2008 gira Beket che a Locarno vince Il Premio della Critica Indipendente. L'ottimo risultato di critica ottenuto da Beket gli permette di girare La Leggenda di Kaspar Hauser in cui riesce a coinvolgere Vincent Gallo in un doppio ruolo da protagonista.
La leggenda di Kaspar Hauser verrà distribuito nuovamente al cinema da giugno.
Attualmente Manuli è al lavoro sul suo quarto film da regista, Haiku in cui reciterà Abel Ferrara come protagonista.

Il regista Davide Manuli
Il Cast
Per la maggior parte del tempo ci troviamo a seguire le peripezie degli spaesati Freak e Jajà, interpretati rispettivamente da Luciano Curreli e Jerome Duranteau. I due funzionano molto bene insieme, attraversano il film con naturalezza, riuscendo a trasmettere allo spettatore la loro angoscia e la loro incertezza. Nel doppio ruolo dell'oracolo canterino e del mariachi troviamo un interprete del tutto inaspettato, Roberto "Freak" Antoni, cantautore folle e anima del gruppo demenziale Skiantos. Antoni, oltre a deliziarci cantando alcuni dei suoi brani (arrangiati in modo molto particolare), rivela delle doti recitative decisamente buone e tratteggia un oracolo molto umano, molto terreno. Antoni aveva già recitato in alcune pellicole ma sempre in ruoli marginali mentre qui ha la scena tutta per se. Motivo di sorpresa è anche la scelta di Gifuni nel ruolo del criptico 06, traghettatore di anime dalla parlata incomprensibile. Un cammeo degno di nota è senz'altro quello del comico Paolo Rossi, nel ruolo "televisivo" di 08.

Roberto "Freak" Antoni è un Oracolo molto buono
Scene Cult
Le profezie/canzoni dell'Oracolo; la prima apparizione di Adamo ed Eva con relativo pubblico.

Personaggi Cult
a loro modo tutti i personaggi che fanno la loro apparizione sono personaggi Cult.

...e Quindi?
Beket, come il titolo potrebbe far intuire, è permeato dalla poetica del drammaturgo Samuel Beckett, difatti il film prende le mosse lì dove terminava Aspettando Godot. Nel film è ben rappresentata l'assurdità della vita, il suo non avere scopo e la sua ripetitività che pian piano la svuota di senso. I personaggi si aggirano in una sorta di desertico purgatorio intrappolati in loop di azioni e di pensieri, incapaci di trovare un senso alla loro esistenza. Beket è un film che arriva dritto allo spettatore, costringendolo a entrare in empatia con i personaggi e a riconoscersi in loro, condividendo i loro dubbi e le loro angosce.L'influenza del drammaturgo Beckett si nota anche nella messa in scena: Pochissimi movimenti di macchina, pochi primi piani, personaggi ripresi quasi sempre in campo medio come se si trovassero su di un palcoscenico. Nel film ritroviamo suggestioni da Bergman, Antonioni, qualche traccia di Fellini e qualche piccolo sprazzo di Monty Python mescolati con musica Techno e pezzi degli Skiantos. Un mix dal gusto davvero peculiare che se a prima vista potrebbe spaventare, premia lo spettatore più coraggioso facendogli godere un esperienza cinematografica che va oltre le porte della sala e che lo accompagnerà per molto tempo.

Freak e Jajà in un momento di tensione
Sapevatelo
In una delle sequenze in cui l'Oracolo declama le sue profezie ad un certo punto viene menzionato un "Cervello Ab-Normal", un chiaro riferimento al meraviglioso "Frankenstein Jr." di Mel Brooks (e se non l'avete visto siete delle brutte persone, sappiatelo)

Le ultime parole famose
"Ma tu parli francese"
"naturalmont, perchè io sono il Mariachi, colui che canta. Canta della vida e canta della muerte."
"ma tu hai girato il mondo"
"eh si, amico mio, il tuo mondo l'ho girato tutto in tondo e ne ho viste di tutti i colori...belli e buoni, brutti e cattivi e avanzi di galera. Puttane, mammasantissima e magnaccia. Ho visto tossicomani e burloni. Banditi e massoni, santi, navigatori e poeti. Ho visto froci, lesbiche e lavoratori. Brava gente, contadini e militari...e mi fermo qui che la lista sarebbe ancora lunga..."
"ed è di questo che tu canti?"
"di questo, di tutto questo perché si chiama Amore"
"Già, l'amore. Quello me l'ero dimenticato"

Jajà e il Mariachi  

Reperibilità
Il film sarà proiettato nel circuito di Distribuzione indipendente a partire dal 17 Maggio.
Qui l'elenco delle sale dove potrete trovarlo: Distribuzione Indipendente