mercoledì 11 dicembre 2013

Intervista al regista di Spaghetti Story, Ciro de Caro



Spaghetti Story, di cui abbiamo già parlato qui, è la storia di un gruppo di trentenni alla ricerca della propria identità lavorativa ma non solo. Un piccolo grande film realizzato da un regista trentenne, Ciro de Caro, che getta uno sguardo sincero, sentito e critico sulla sua generazione e lo fa senza dipendere da nessuno e senza finanziamenti ma armato di una forte voglia di raccontare.
Abbiamo avuto occasione di fargli qualche domanda su quella che è la sua visione dei trentenni nell'Italia di oggi.

Spaghetti Story rappresenta il tuo esordio al cinema. I tuoi precedenti lavori erano tutti nell'ambito della pubblicità e dei cortometraggi. Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a realizzarlo?

Oltre all'esigenza di voler girare un film, scontata per uno che vuole fare il regista, avevo anche l'esigenza di raccontare la mia generazione e la crisi profonda che sta affrontando. Non credo che i trentenni di oggi siano rappresentati in maniera corretta dalle varie commedie giovanili. Vedo sempre personaggi finti, dinamiche lontane dalla realtà, raccontati con toni grotteschi, battute grevi, con un fare da barzelletta che onestamente non mi piace. Siamo una generazione "sfortunata" diciamo così, e dobbiamo anche essere rappresentati male da chi non ci conosce? Così ho deciso di scrivere e girare Spaghetti Story, per fare un ritratto più onesto e veritiero della mia generazione e della crisi che sta affrontando.

Il regista Ciro de Caro
Il film è un progetto, come da te definito, "No Budget". Il fatto di non avere un budget a disposizione ha modificato in qualche modo la tua visione iniziale del film? ha comportato delle difficoltà di sorta?
La mancanza di soldi ci ha reso liberi. Certo, abbiamo dovuto rinunciare a tante cose, ma non siamo scesi a nessun compromesso, anzi, questa cosa ci ha stimolato la creatività, ci ha fatto trovare soluzioni nuove, meno banali se vogliamo, e la soddisfazione alla fine è stata maggiore.
      
Dal film emerge una visione delle cose tutto sommato positiva seppur non priva di critiche. Qual'è secondo te la situazione dei trentenni in Italia? Questo non è un paese per trentenni o si?

 Mi verrebbe da dire che in questo momento l'Italia non è un paese per nessuno, ma come ho voluto sottolineare nel film, non assolvendo totalmente i personaggi per la loro condizione, anzi... siamo tutti responsabili. Certo, c'è chi ha più responsabilità di altri, molte di più, la politica e chi ha amministrato e diretto questo paese per anni. La visione positiva è data da due cose, la prima è la "gioventù", perché se è vero che la crisi ci costringe a restare "giovani" più a lungo questo però ci da anche quella forza, quella voglia di cambiare le cose, quella speranza che solo i giovani hanno ed è per questo che dovrebbero prendere in mano le redini di questo paese, per dargli una direzione nuova. La seconda è insita nel nostro DNA di italiani, che riusciamo anche nella miseria e nella tragedia, a farci una risata e a prendere le cose con ironia, proprio come le commedie all'italiana di una volta.



Viviamo in un momento in cui le tematiche dell'occupazione giovanile e del precariato sono molto sentite. Quale credi che sarà la ricezione del tuo film? quali reazioni speri che susciti nel pubblico?

Spero che il pubblico si immedesimi nei personaggi, spero che si veda rappresentato con onestà, con sincerità e con orgoglio anche. Spero, inoltre, che comprendano quanto sia importante sostenere questo film proprio perché rappresenta un cambiamento. Noi abbiamo tentato di rompere le catene, abbiamo fatto uno sforzo enorme, abbiamo dimostrato che c'è un altra via per fare le cose e che le grandi major italiane non sono padrone anche delle nostre storie, non hanno il diritto di raccontare la nostra generazione e i loro problemi, non ci hanno comprato fino a questo punto. Quindi, sostenere Spaghetti Story, fare uno sforzo e invece di andare al multisala e beccarsi le solite cose preconfezionate e fare uno o due km in più per cercare le sale dove lo proiettano, significa un passo in più verso il cambiamento e il rinnovamento tanto agognato.

Dopo Spaghetti Story quali sono i tuoi progetti futuri?

Non so quali siano i miei progetti futuri, forse un altro film, se riuscirò a farlo, è difficile, ci proverò, ho un paio di idee, ma in questo momento, se devo essere sincero, sto pensando seriamente di emigrare. Sono molto attratto dall'Islanda, ci sono stato in occasione del Festival di Reykjavik, me ne sono innamorato e l'idea di vivere li per sempre o comunque per un periodo lungo per vedere cos'altro ci riserva il mondo mi attira molto. Non per fare il regista o non per provare per forza a fare questo lavoro in Islanda, ma semplicemente per vivere in un posto dove l'uomo è ancora a contatto con la natura, dove si respira aria pulita, dove la gente non si picchia per un parcheggio.


Spaghetti Story di Ciro de Caro con Valerio di Benedetto, Christian di Sante, Sara Tosti, Rossella d'Andrea e Deng Xueying in uscita nelle sale di Distribuzione indipendente il 19 Dicembre. 


sabato 7 dicembre 2013

Spaghetti Story di Ciro de Caro



Citando un celebre film si potrebbe dire che l'Italia non è un paese per vecchi?
In realtà la citazione dovrebbe essere un po' modificata: non è un paese per trentenni.
D'altronde come è possibile essere trentenni in un paese in cui si passa dallo status di "giovane" a quello di "vecchio rottame" senza avere nemmeno il tempo di chiedersi dove sia finita l'età adulta durante il passaggio.
Valerio (Valerio di Benedetto)è un aspirante attore poco meno che trentenne la cui vita si svolge tra provini (sempre più rari) e lavoretti da poche manciate di euro. Il suo migliore amico Scheggia (Christian di Sante), autodefinitosi imprenditore ma in realtà null'altro che un piccolo spacciatore, gli propone di fare un lavoretto per lui: ritirare un gatto di plastica pieno di droga da uno spacciatore cinese. Valerio rifiuta inorridito la proposta.
Scheggia e Valerio in "tenuta da lavoro"
Ma accetta suo malgrado, vistosi continuamente criticato da sua sorella Giovanna (Rossella d'Andrea) per le continue richieste di denaro per pagare le bollette e sentendosi in imbarazzo nei confronti della sua ragazza (Sara Tosti) dottoranda con una borsa di studio in scadenza, per la sua condizione economica precaria.
Valerio durante la consegna resterà colpito dalla timida e spaurita prostituta cinese Mei Mei (Deng Xueying).
Questo incontro si rivelerà determinante per la sua vita e per quella di coloro che gli sono intorno.
Ciro de Caro esordisce con Spaghetti Story e lo fa nel migliore dei modi: dimostrando di avere qualcosa da dire e di sapere come dirlo.
I film italiani che raccontano i trentenni, piuttosto rari, non sembrano mai raccontarli nel modo giusto: o sono preda di un idealizzazione sfrenata oppure vengono raccontati con un pessimismo cosmico talmente marcato da far impallidire lo stesso Leopardi.
Serena, Valerio, Giovanna e Scheggia
I trentenni vengono raccontati da de Caro con ironia, sincerità e una totale mancanza di edulcorazione. Il regista è cosciente di una generazione usata come carne da cannone in un mercato del lavoro folle regolato da criteri che non hanno nulla di sostenibile però dove un altro regista si sarebbe lasciato andare alla sagra del piagnisteo, de Caro non omette critiche a questa stessa generazione vista in larga parte immatura e non sempre capace di crescere, una generazione con una morale salda ma sballottata continuamente dagli eventi, una generazione che necessita e agogna di un riscatto e che è pronta a guadagnarselo, incurante delle conseguenze. 
Spaghetty Story ci restituisce il ritratto di una generazione immersa in un precariato non solo economico ma anche emotivo, comunicativo e personale ma che ha la possibilità di riscattarsi. 
Spaghetti Story sarà disponibile presso il circuito di Distribuzione Indipendente a partire dal 19 Dicembre.