venerdì 8 aprile 2016

'Superman,' The Inside Story

Il regista Richard Donner ricorda l'incontro con Stallone per interpretare il protagonista, lavorare con Brando, e un attacco con il coltello quasi fatale.

Di Stephen Galloway.

Il famoso regista rivela come Marlon Brando voleva interpretare Jor-El come un "bagel," combatté con i suoi produttori e come scoprì Christopher Reeve per il primissimo film di supereroi ad alto budget.

Sia i fan che i critici stanno discutendo su come il regista Zack Snyder abbia ritratto Superman in Man of Steel del 2013 e nel nuovo Batman c. Superman: Dawn of Justice. Ma quando il regista Richard Donner portò il supereroe sul grande schermo in Superman del 1978, non ci fu nessuna discussione. Il film assicurava, “crederete che un uomo possa volare,” e il pubblico l'accolse entusiasta. Il film incassò $300 milioni in tutto il mondo — l'equivalente di $1.09 miliardi di oggi — e ancora vanta un punteggio di approvazione del 93 per cento su RottenTomatoes.com.

Ma la storia dietro la realizzazione del film è quasi drammatica quanto ciò che apparve sullo schermo. Come Donner la racconta, era seduto sul gabinetto, cavalcando l'onda del successo de il Presagio del 1976, quando il telefono squillò e Alexander Salkind si presentò. “Lei sa chi sono io?” domandò. Donner non l'aveva mai sentito.

Salkind era il produttore de I tre moschettieri del 1973. Inoltre era segnalato per aver preso delle scene inutilizzate da quel film e averle trasformate in un sequel, Milady del 1974, spingendo la Screen Actors Guild a introdurre la "Clausola Salkind," proibendo a ogni cineasta di dividere un film in due episodi senza permesso contrattuale.

Adesso diceva a Donner che era a mesi dalle riprese di Superman ma aveva perso il suo regista originario, Guy Hamilton (Goldfinger). Voleva offrire a Donner il lavoro, insiema a uno stipendio enorme di 1 milione di dollari.

Salkind aveva già scritturato Marlon Brando come padre di Superman, Jor-El, e Gene Hackman come il cattivo Lex Luthor — quest'ultimo per $2 milioni riportati, il primo per quasi $4 milioni. Inoltre aveva un cospicuo script di 500 pagine in atto, che copriva un film e un seguito, entrambi da essere girati l'uno dietro l'altro. Ma il tempo stava passando, e aveva bisogno di una risposta.

A questo punto Donner, il famoso regista di film come Arma letale e I Goonies, riprende il racconto, come ha detto a Stephen Galloway il 29 marzo nel suo ufficio di Beverly Hills.

Io ero all'apice. Era semplicemente un picco nella mia vita, perché avevo fatto un sacco di TV e poi Il Presagio. Stavo ricevendo molte chiamate e non avevo idea di dove stessi andando. E poi ricevetti questa chiamata da Alexander Salkind.

Mi disse, “Lei sa chi sono?” e io dissi, “No. Perché mi sta chiamando?” Lui disse, “Ci arriverò. Sono un produttore. Ha mai visto i Tre Moschettieri?” Io dissi che l'avevo visto, e lui disse “Quello l'ho prodotto io.” E io ribattei, “Da quello che ho sentito, hanno provato a far uscire un secondo film senza pagare gli attori” lui disse, “Beh,quella è una lunga storia. Sto facendo Superman. Non ho un regista e la pagherò un milione di dollari.”

Un milione di dollari! Quello era come dire, “Le darò tutto il the della Cina.” Io dissi, “Oh. Quanti film sono?” Lui disse, ”Due. Ho Marlon Brando per un numero x di settimane e ho Gene Hackman,e inizieremo a girare in questa tale o talaltra data.” Io risposi, “Whoa, è vicina.” Lui disse, “Ma abbiamo tutto pronto. Siamo pronti a partire.” Io dissi, “Com'è la vostra sceneggiatura?” Lui disse, “Perfetta.”

C'era un fattorino alla mia porta nel giro di un ora, con questa sceneggiatura che era così spessa e grande che si rischiava un'ernia sollevandola. E c'erano altre cose con [il pacco], e una di esse era il costume di Superman. Mi sedetti e lessi la sceneggiatura, e ci volle un'eternità. Era la cosa più lunga che avessi mai letto. Era compiacente e pesante e non aveva alcun punto di vista e trattava [i fumetti] irrispettosamente.

Era sprezzante. Era semplicemente azione gratuita. Sto leggendo questa cosa e Superman sta cercando Lex Luthor a Metropolis, e sta sta cercando per qualsiasi pelata in città. E poi atterra e picchietta un tipo sulla spalla ed è [il Kojak di] Telly Savalas, che gli porge un lecca lecca e dice, “Chi ti ama, baby?”

Sono cresciuto con Superman da bambino. C'è stata un intera fase della mia vita in cui leggevo Superman. Quindi quando la finii, ero tutto, “Amico, se faranno questo film, distruggeranno la legenda di Superman.” Volevo farlo solo per difenderlo. 

Chiamai [lo scrittore] Tom Mankiewicz, che era stato un mio amico per anni. Lui disse ,"Non voglio essere coinvolto. Non voglio fare un fumetto.” Io dissi, “Tom, è più che un fumetto. Vieni per favore.”

Mi sballai un po', fumai un po' d'erba, e indossai il costume di Superman.  Ero piuttosto in forma all'epoca. Era come elastico. E Tom parcheggiò, e io corsi lungo la siepe e Tom si girò, mi guardò e corse verso la sua macchina.

Tom disse, “Tu sei pazzo. Stai lontano da me, Ca--o!” Io dissi, “Tom, ascolta. Devi leggere questa cosa.”Gli diedi tutte le mie sensazioni su ciò che avremmo dovuto fare. Dissi, “La cosa più importante al riguardo è questa: Crea una storia d'amore. E prova che un uomo può volare.” Quindi la lesse e mi chiamò quella notte e disse, “Sai, possiamo fare molto con questa roba.”

La cosa successiva, stavano portandomi a Parigi con l'aereo [con l'agente di Donner Steve Roth] per incontrare Mr. Salkind.

Salkind viveva in un hotel a Parigi. Ora, lui [aveva un passaporto diplomatico] dal Costa Rica, nonostante [lui non fosse] del Costa Rica. Pensai, “Con cosa sto avendo a che fare?” Andammo al suo hotel. Ci incontrammo nella sua camera da letto, perché aveva un raffreddore. Ci sedemmo. Non uscì mai dal letto.

La prima cosa che dissi fu, " Mr. Salkind, questa cosa ha bisogno di una consistente riscrittura." Lui disse, "No, no, no, questa è una sceneggiatura perfetta." Io dissi, " Non è una sceneggiatura perfetta." Quindi iniziai a dirgli tutte le mie sensazione e lui disse, "Si sbaglia." Io dissi, "Grazie per il viaggio a Parigi, ma non posso fare questa cosa." E iniziammo ad andarcene. Lui disse, “OK, ditemi cosa vorreste riscrivere.”

Poi discutemmo sui soldi e Steve e Io uscimmo, tornammo al nostro hotel. Comunque, tornammo all'hotel, e loro erano al telefono, e dissero, "Ok, accettiamo."

Eravamo in ritardo per l'aereo, e Mr Salkind disse, "Vi farò accompagnare dal mio autista." Entrammo in questa grande Citroen sedano, e l'autista era l'autista del [Presidente Francese] Charles de Gaulle! Fece tutta la strada dal Ritz all'aeroporto in, tipo, 11 minuti.

[Molto presto, Donner e Mankiewicz] erano su di un areo per Londra. E il giorno dopo andammo a Pinewood, dove avevano gli uffici di Superman, e incontrammo il loro team di produzione. E loro illustrarono tutta la loro pre-produzione.

Avevano filmato alcuni test di volo, e io li guardai e dissi: “Questo è terribile.” Il volo era come brutta televisione, come stare stesi su di una tavola su di uno schermo. La roba che avevano era banale. Dissi: “Voi ragazzi non capite. Ne state facendo una farsa di tutto questo.” Quindi chiamai i Salkind [Alexander e suo figlio, Ilya] e dissi, “Ascoltate, forse questa cosa non funzionerà. Dobbiamo iniziare da capo.” [Loro dissero:] “No, no, tutto ciò che ha è perfetto.”

Tutto ciò che gli interessava era cosa venissero a costare le cose. Quindi dovemmo iniziare davvero da capo. Buttai tutto, e avevamo sette unità che giravano allo stesso tempo. Feci dividere l'unità principale nelle cose da girare con[Superman], la roba da girare con i pezzi grossi, i set di Brando. Avevamo una unità volante [guidata dal regista veterano] Andre De Toth. Avevo una unità di miniaturisti che costruiva dighe, una unità di miniaturisti che stava realizzando Krypton .

Tom era con me ogni secondo a Londra. Ogni mattina il mio autista lo andava a prendere — Avevo un autista sotto contratto, sette giorni alla settimana, 24 ore su 24, ogni volta ne avessi bisogno. Ogni giorno, li mandavo a prendere Tom, e poi ci saremmo recati a Pinewood o Shepperton. Girammo in entrambi i posti.

Avevamo un grande direttore del casting [Lynn Stalmaster]. Avrebbe messo molte, molte persone assieme. Ma i Salkind volevano un nome. Mi incontrai con Sylvester Stallone a causa loro. Cercai di essere educato e dire “Questo è sbagliato.” Mi piaceva Stallone; si rivelò essere un tipo a posto. Voleva farlo. Mi ricordo che lo incontrai nell'ufficio del suo manager e io fui cordiale il più possibile. Lui era una grande stella e io un qualche teppistello.

Molti attori volevano farlo. Mi diedero una lista di tutti questi nomi e io dissi, “Ascoltate. La vostra roba del volo è merda, e io devo creare un uomo che vola. Persino se vedi Paul Newman o Robert Redford in quel costume, nessuno gli crederà.” Mi battei per uno sconosciuto.

Comunque, uno degli attori entra ed è questo ragazzo, Chris Reeve. Lui entra; aveva questo enorme maglione, capelli biondicci. Io dissi, “Che c'è sotto il maglione?” E lui dice, “Beh …” Aveva questo maglione pesante ed è questo ragazzino magro. Io dissi, "Il problema onestamente, buster, è che io devo prendere un tipo che è una montagna, che assomiglia a un ammasso di muscoli." Disse, "Ascolta, io ero uno sportivo a scuola e quando ho iniziato a recitare ho perso 22 chili." Io dissi, "non ti credo-- sei un attore." Lui disse, "No, lo ero. Glielo giuro.”

Andai a vederlo in uno spettacolo quella notte. Era una qualche cosa off-Broadway. Lui interpretava due ruoli, come figlio e come nonno. E io lo assunsi sulla fiducia.

Io dovevo tornare a Londra, e feci tornare Chirs, il che era così lontano dalla sua vita. Quando disse a suo padre, che era un professore a Princeton, che avrebbe fatto Superman, suo padre disse, "Uomo e Superuomo?"(ndt nel testo originale“Man and Superman?”) [una piece di George Bernard Shaw]. Questo era il mondo da cui veniva Chris. Lui arrivò, facemmo questo test in costume, quello che avevo a L.A. Era semplicemente meraviglioso come Clark Kent e come Superman. Lui davvero afferrò l'idea di un individuo terribilmente dolente che vive una doppia vita.

Fece degli screen test con un'attrice a Londra, scene con lui sia come Superman e Clark Kent. E quando fu finita, gli dissi che avevo trovato il mio uomo.

Avevo visto Margot Kidder [che interpretava Lois Lane] in una serie tv chiamata Nichols. Lei era affascinante e davvero divertente. Quando la incontrai nell'ufficio casting, lei inciampò entrando e io semplicemente mi innamorai di lei. Era perfetto, questo maldestro [comportamento]. Lei era una delle pochi [attrici] che facemmo volare a Londra per fare test con Chris. Anne Archer [testata anche lei]. Ma loro erano magici insieme.

Lasciami dirti una cosa divertente su Margot. Quando stavamo girando, il suo truccatore venne da me e disse: “Abbiamo un piccolo problema. Margot si è graffiata la pupilla mettendosi le sue lenti a contatto.” Io dissi, “Fallo senza le tue lenti a contatto.” Quel giorno lei fu meravigliosa, perché era tutta occhi, senza percezione della profondità. Camminò in una scrivania — e lei era la ragazza che volevo che fosse. Lei disse, “Ma non posso vedere!” Ci fu una legge dopo di quello: Ogni mattina le persone dovevano venire da me e assicurarsi che non avesse le sue lenti a contatto, e che lei recitasse senza le sue lenti a contatto. La rendeva semplicemente meravigliosa.

Brando viveva a L.A. e dovetti andare a incontrarlo. Chiamai Jay Kanter, che era un agente davvero potente e un executive dello studio, e io dissi, “Puoi darmi qualche suggerimento?” E lui disse, “Vorrà interpretarlo come se fosse una valigia verde.” Io dissi, “Questo che cosa dovrebbe significare?” “Vuol dire che odia lavorare e ama i soldi, quindi se può riuscire a convincerti del fatto che le persone su Krypton sembrano come valigie verdi e tu riprenderai valigie verdi, verrà pagato solo per fare la voce narrante. Questo è il modo in cui la sua mente lavora.“ Io dissi, “C—,” e poi chiamai Francis Coppola. Lui disse, “Lui è brillante. Ha una mente brillante. Ma ama parlare. Fallo parlare, e si tirerà fuori da ogni problema con le chiacchiere.”

Quindi io vado in California e incontro Marlon F—uto Brando nella sua casa di Mulholland Drive. Io, Tom Mankiewicz e Ilya Salkind. Lui e Jack Nicholson avevano un piccola area. Suonammo al cancello e scese una coppia di pastori tedeschi, e c'è Marlon Brando. Ed era difficile parlare, perché questo è Marlon Brando! Ci invita dentro e andiamo a casa sua per un drink; era pomeriggio inoltrato e sedemmo e iniziammo a parlare, e parlammo e parlammo. Finalmente, mentre si faceva buio e disse: “Ma ascolta, ma non è questo perché sei qui. Voi siete qui per parlarmi del [ruolo].”

Lui disse, “Perché non lo interpreto come un bagel?” Io mi aspettavo che lui dicesse “una valigia verde” e lui disse “bagel.” Lui disse, “Come lo sappiamo che aspetto hanno le persone su Krypton?” Aveva una buona logica. Lui disse, “Forse loro sembravano come bagel lassù in quei giorni?” Io dissi, “Jeez, Marlon, lasci che le dica qualcosa.” Lui ci aveva appena raccontato la storia su di un ragazzo [e di quanto intelligente lui fosse] e io dissi, “È il 1939. Non c'è un ragazzino nel mondo che non sa che aspetto ha Jor-El, e lui sembra Marlon Brando.” E lui mi guardò e sorrise [e disse] "Parlo troppo, eh?” Lui disse, “OK. Mostratemi il guardaroba.”

Lui e Chris non si incontrarono all'inizio. Ma loro avevano una scena, perché mi ricordo quando nervoso Chris fosse, a lavorare con Brando. Ma Brando fu carino con lui. Lui era gentile con tutti. Loro andarono a cena; lui era l'eroe di Chris. Lui era un tesoro. Era completamente presente, puntuale. Non difficile, [anche se] dovemmo mettere i suoi dialoghi sul petto degli altri attori. Lui diceva, “Io non voglio leggerli come se li avessi letti prima un mucchio di volte. La prima volta che lo leggo, sarà onesto.” Lui lo fece funzionare. Era il definitivo. Lui era Marlon Brando. Lui era Marlon F—uto Brando.

Lui salvò la vita di Tom Mankiewicz, probabilmente. Stavamo cenando con Mr. Brando, mangiando bistecche,  e c'era questa donna nel nostro gruppo e tutto all'improvviso, lei iniziò a urlare Tom, che lui non sapeva quello che stava facendo. Lei afferrò un coltello [dal] piatto e fa per accoltellare Tom. Marlon la raggiunse e l'afferrò e afferrò il coltello e la calmò . Era un coltello da bistecca e , Dio non voglia, avrebbe potuto essere molto facilmente una tragedia. Era una follia.

Ogni giorno per otto mesi, facevamo questi test di volo e guardavamo ai giornalieri. Un uomo meraviglioso entrò nella nostra vita, Zoran Perisic. In quei giorni, un'unità di proiezione era enorme e pesava circa una tonnellata. E lui aveva intentato un unità di proiezione che pesava 15 o 18 chili. Aveva uno zoom sul proiettore e sulle lenti che stavano riprendendo tutte le parti di ciò. Quindi potevi zoomare e muoverti. La telecamera era flessibile. Venne da me e facemmo tutti questi test e io dissi, “Questo è f—mente grande!” Quindi io andai da Salkind e dissi , “Io voglio fare questo,” e loro non volevano pagargli $25,000 per finire di svilupparlo. Quindi la Warners lo prese. E il giorno in cui vedemmo [Superman che davvero sembrava] volare per la prima volta, c'era un silenzio di tomba. Un paio di tipi che si occupavano dell'unità di volo stavano piangendo, perché era così buono.

Stavamo viaggiando dappertutto. Girammo a New York. Girammo a Calgary, Canada — che è dove Smallville USA si trovava. Dovemmo andare lì otto mesi in anticipo per trovare la fattoria dove Ma e Pa Kent vivevano e piantavano il grano, così che quando avremmo girato, ci sarebbero stati immensi campi di grano.

Tutto andò male. Voglio dire, stavamo girando a Calgary per tutti quegli esterni, e facemmo ricerche su ricerche, e non piove mai in estate a Calgary. Piovve ogni giorno.

[Durante le riprese] Avevo un mucchio di questi walkie talkie nel mio carrellino da golf e avrei ricevuto chiamate dalla produzione e loro avrebbero detto, “Torni sul set blah blah. Stavano facendo i test. Eravamo pronti a girare.” Io sarei andato lì e sarei tornato e avrei girato le scene principali, e poi avrei avuto un nuovo scenario che avrebbe preso ore, perché era così vasto

Il problema più grande che ho avuto era davvero con i produttori, perché invece di aiutarmi, mi stavano danneggiando. Le cose [con i Salkind] erano sempre riguardo ai soldi. Loro avrebbero detto, “Tu non puoi fare questo,” ma io non avrei avuto alternative e loro non mi avrebbero mostrato il budget. Non mi dissero mai qual era il budget. Io non avevo idea di quanto stessi spendendo. Io stavo facendo un film e loro non mi avrebbero detto il budget. Quindi non c'era modo che io sapessi quello che stavo spendendo. A volte avrei autorizzato qualcosa e non ci sarebbe stato niente lì; loro l'avrebbero cancellato arbitrariamente. Non volevano che nessuno sapesse dove quei soldi finivano, credo.

Continuavano a dire, “Stai uscendo dal budget.” E io avrei risposto, “Come posso uscire dal budget se non so qual è il budget?” Arrivai al punto in cui gli dissi semplicemente: “Non venite sul set. Siete controproducenti.” E diventò noi contro loro. Loro erano contro la qualità del film.

Non riuscivamo a trovare un finale. Parlammo e parlammo e alla fine lo rubammo da Superman II e pensammo che quando l'avremmo finito, avremmo dovuto inventarci un nuovo finale.

Alla fine ottenni un montaggio, e stavamo portando la stampa a Los Angeles, e avere una proiezione allo studio, perché stavamo montando a Londra. Era tutto preparato, e  [il montatore] Stuart Baird e io volammo a L.A., e quando arrivammo lì, ricevetti una chiamata da [Warner Bros. executive] John Calley, che diceva: “Abbiamo un grande problema. I Salkind non faranno uscire la stampa di lavorazione perché dicono che stiamo cercando di rubarla.” E io dissi, “Non possiamo rubarla. Loro hanno i negativi.” Lui disse, “Beh, sostengono che possiamo fare un negativo dalla copia di lavorazione.” Io dissi, “No, non potete. Questo è fisicamente impossibile.”

I negativi dovettero essere spediti a L.A. e [Warners dovette pagare ai Salkind] tutti questi soldi [per farlo]. I negativi dovettero essere tagliati, sincronizzati, stampati. Quindi [non ci fu tempo per tenere] delle proiezioni test. Nemmeno una. Lo vidi al laboratorio, senza pubblico, senza suono. Il secondo lo vidi con il suono.

Non sapevo che cosa avessi fino a che non lo vidi con un pubblico alla prima. Lo adorarono. Io non riuscivo a crederci. Era emozionante.

[Donner stava per andare a Londra per filmare ciò che rimaneva di Superman II.] Avevo quasi comprato un piccolo Chevy van; Stavo per spedirlo in Inghilterra perché era grande abbastanza perché io potessi avere una scrivania all'interno e i sedili si sarebbero reclinati. Poi ricevetti una chiamata dal mio agente, che diceva: “Ho appena ricevuto un telegramma dai Salkind. Lei non è più richiesto.” Solo questo.

TRADUZIONE a CURA di DAVIDE SCHIANO DI COSCIA
ARTICOLO ORIGINALE:hollywoodreporter.com

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