mercoledì 18 maggio 2016

Recensioni dal Festival di Cannes:'The Red Turtle' ('La Tortue Rouge')


di  Jordan Mintzer

Una semplicistica anche se meravigliosamente resa storia di abbandono su di un isola.  L'animatore premio Oscar Michael Dudok de Wit ha mostrato in anteprima il suo primo lungometraggio a Cannes.

Una favola minimalista dove uomo e natura legano assieme in modi altamente misteriosi, The Red Turtle (La Tortue Rouge) segna il debutto al lungometraggio dell'illustratore e animatore Olandese-Britannico Michael Dudok de Wit, il cui corto Father and Daughter vinse il premio Oscar nel 2000.

Co-prodotto dallo Studio Ghibli, con l'influenza dei suoi fondatori Hayao Miyazaki e Isao Takahata molto evidente nello squisito utilizzo del tratto e del colore nel film, per non menzionare il suo mutevole racconto di famiglia, sopravvivenza e paradiso ritrovato, questo ridotto Robinson Crusoe - raccontata interamente senza dialoghi - ha avuto la sua anteprima nella sezione collaterale di Cannes Un Certain Regard, nonostante sia una narrazione piuttosto semplice potrebbe in ultima analisi dare il meglio di se con il pubblico dei bambini dagli 8 in giù. 

Quasi un decennio di costruzione, il poema sinfonico tropicale di Dudok de Wit - co sceneggiato con il regista francese Pascale Ferran (Bird People) - usa il potere puro delle sue creazioni grafice, per non far cenno dell'eccellente design sonoro a cura della post house parigina Piste Rouge, per raccontare la storia di un uomo senza nome che naufraga su di una piccola isola e si ritrova a combattere gli elementi naturali mentre cerca di sopravvivere.

Come Tom Hanks in Castaway, ma senza il pallone parlante, l'uomo cerca di costruire una zattera che lo porterà in mare aperto. Eccetto che ogni volta, una creatura sottomarina nascosta continua a ostacolare la sua fuga. Presto scopriremo che l'assalitore è la tartaruga rossa del titolo, e, nel momento in cui il nostro eroe riesce ad attaccarla, lasciando la tartaruga gigante a morire sulla spiaggia, improvvisamente si trasforma... in una stupenda rossa.

Qusta è decisamente la sorpresa più grande nella altrimenti semplice storia di Dudok de Wit, che va avanti immaginando la vita armoniosa dell'uomo e della donna mentre decidono di vivere assieme come la coppia di Laguna Blu - o altrimenti come Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden - alla fine crescendo un bambino tutto loro.

La maggior parte dell'ultima metà del film ritrae una placida esistenza isolana afflitta solo da pochi ostacoli - incluso uno tsunami reso in modo dolorosamente realistico - mentre il tempo va avanti e mamma e papà sperimentano ciò che molti genitori nel mondo sperimentano, eccetto che in un modesto modo silenzioso che si affida a tropi emotivi universali. -

Mentre il plot a volte può sembrare troppo leggero per un film, con una colonna sonora del compositore Laurent Perez del Mar (Now or Never) che tende a strafare dal lato della leziosità, The Red Turtle trae beneficio del bellissimo lavoro di animazione di Dudok de Wit e della sua squadra, che include Takahata (La storia della principessa splendente) come produttore creativo e Jean-Christophe Lie (Appuntamento a Belleville) come supervisore dell'animazione.

Il regista olandese è sempre stato ispirato dalle classiche stampe e acquerelli dalla Cina e dal Giappone - il suo corto nominato all'Oscar nel 1994, The Monk and the Fish, è un perfetto esempio - e qui riesce a portare quei disegni alla vita, in una favola che prende le sembianze dell'estetica calma e organica di una fantasticheria marina.

Se la mancanza di una storia intensa in stile Hollywoodiano potrà frustrare alcuni spettatori, eccezion fatta forse per i più giovani, allora probabilmente non l'avranno capito. Come il protagonista naufragato di The Red Turtle, dovete semplicemente smettere di combattere la corrente e seguire il flusso.

Compagnie di Produzione: Wild Bunch, Studio Ghibli, Why Not Productions, CN4 Productions, Arte France Cinema, Belvision
Regista: Michael Dudok de Wit
Sceneggiatori: Pascale Ferran, Michael Dudok de Wit
Montaggio: Celine Kelepikis
Compositore: Laurent Perez del Mar
Creazione Grafica: Michael Dudok de Wit,
Animazione: Jean-Christophe Lie
Produttore Creativo : Isao Takahata
Venue: Cannes Film Festival (Un Certain Regard)
Distribuzione: Wild Bunch

80 minutes

TRADUZIONE a CURA di DAVIDE SCHIANO DI COSCIA
ARTICOLO ORIGINALE:hollywoodreporter.com

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